Una docente della Salvo d’Acquisto di Parma racconta l’esperienza del progetto ‘Comunque Vicini!’ per la didattica a distanza

L’emergenza coronavirus ha colpito duramente la scuola, costringendo docenti e studenti a trovare nuove modalità per continuare un percorso comune che non è fatto solo di apprendimento, ma anche di vicinanza, socializzazione e affetti. Per rispondere ai nuovi bisogni, il Tulipano Bianco Aps ha offerto il suo sostegno all’Istituto Comprensivo Salvo D’Acquisto di Parma attraverso il progetto ‘Comunque Vicini!’, che ha permesso di fornire i computer necessari per la didattica a distanza alle famiglie meno abbienti. Serafina Varone, maestra e responsabile del progetto, ci racconta come, grazie all’impegno di tutti, il legame tra docenti, alunni e famiglie sia rimasto vivo nonostante le difficoltà.

Come siete riusciti a rispondere in tempi brevi all’improvvisa necessità di fare lezione a distanza?

Quando il Presidente del Consiglio, ha emanato il decreto di sospensione delle attività didattiche, il 4 marzo 2020, eravamo disorientati. Non avevamo avuto il tempo di tranquillizzare i nostri bambini, di dare loro qualche raccomandazione o qualche semplice indicazione su come avrebbero potuto raggiungerci. Anche se allora si parlava di un rientro a scuola il 16 marzo, in realtà era apparso già subito chiaro che la situazione fosse assai incerta e che bisognava aspettare la sua evoluzione, che purtroppo ora ben conosciamo.

Qual è stato l’obiettivo principale della nuova modalità didattica? 

Per quanto riguarda il nostro Istituto Comprensivo Salvo D’Acquisto, e nello specifico il nostro ordine di scuola dell’Infanzia, Zanguidi, l’obiettivo principale della didattica a distanza (D.A.D) e successivamente didattica digitale integrata (DDI), in particolare in questi momenti così segnati dall’emergenza sanitaria, è di mantenere un contatto con alunni e famiglie per sostenere la socialità e il senso di appartenenza alla comunità e per garantire la continuità didattica.

Prioritario è mantenere vivo un legame affettivo-relazionale che si instaura tra i bambini, docenti e genitori, durante il percorso scolastico, e che, attraverso l’opportunità educativa a distanza, abbiamo mantenuto integro, mediante l’utilizzo di siti, link e successivamente attivando la piattaforma Gsuite e Google Meet. Questi strumenti ci hanno permesso di interagire con i nostri alunni, inviando loro delle proposte di video letture, video laboratoriali e materiale didattico strutturato inerente al percorso didattico che avevamo iniziato, e che ci avrebbe accompagnato per la durata dell’intero anno scolastico.

Le famiglie hanno dovuto svolgere un lavoro extra per assistere i figli. Com’è stato il vostro rapporto con i genitori?

I genitori dei bambini hanno risposto positivamente all’iniziativa proposta. Le attività D.A.D, come ogni attività, prevedono la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra insegnanti e alunni. Qualsiasi sia il mezzo attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi. Nella consapevolezza che nulla può sostituire appieno ciò che avviene in presenza, in una classe, si tratta pur sempre di dare vita ad un “ambiente di apprendimento”, per quanto inconsueto nella percezione e nelle esperienze comuni, da creare, alimentare, rimodulare di volta in volta.

Cosa avete imparato nel corso di quest’anno? Avete scoperto nuove pratiche che potranno essere utili anche in futuro?

Siamo naturalmente consapevoli che l’attuale emergenza Covid- 19 non ci permette di delineare comportamenti netti e rigidi; ma considerando il continuo divenire della situazione e, soprattutto, il suo impatto su tante famiglie, io e la mia collega abbiamo improntato tutto con un agire responsabile ed orientato alla cautela, alla delicatezza, all’ascolto, nel rispetto della condizione di fragilità e di disorientamento che stiamo vivendo in questo momento per niente facile, ma col quale dobbiamo convivere. La nostra mission educativa ci permette di tenere “agganciati “i nostri bambini, legati da un filo emozionale, che riscontriamo nella quotidianità quasi sistematica con le videoconferenze. L’emozione nel ritrovarsi, nell’intercettare con un filo di voce e tanto stupore il nostro ingresso nelle loro case, modalità inconsueta, ma molto apprezzata.